Lou Reed diceva che: “Se ci sono più di tre accordi, è jazz “. Gli aforismi sul jazz sono tanti e mai scontati, proprio come il jazz.
Non so come, ma giorni fa mi è venuto in mente Franco Cerri, che ha compiuto 96 anni , la maggior parte dei quali, trascorsi suonando jazz con la sua chitarra. E in effetti in campo jazz è considerato il chitarrista più importante. Per qualche tempo è stato anche “l’uomo in ammollo”; si presentava così durante la pubblicità di un detersivo da bucato. Ma questa è un’altra storia.
Io me lo ricordo soprattutto per il gioco musicale per ragazzi: Chitarra e Fagotto, che davano in RAI. Credo che questo programma abbia contribuito parecchio al mio interesse verso il jazz, ma stranamente in rete non lo trovo. O forse devo cercare meglio. Intanto, se chi leggerà questo piccolo articolo, ha qualche informazione, può scrivere fra i commenti. Ricordo che mi piaceva che un genere musicale per grandi si avvicinasse ai ragazzini e io avevo credo 10 anni (se non ricordo male, era del 1975). E potrei essere smentita, ma non mi pare che le reti televisive, in genere, abbiano nel tempo, proposto ancora qualcosa di simile.
E’ vero che, il jazz, normalmente viene considerato un genere difficile, per quella sua caratteristica tipica che è l’improvvisazione. Anche quando si parte da un brano basico, si procede con variazioni di melodia e armonia, pensate sul momento; questo lascia spiazzato l’ascoltatore. Io lo trovo interessante, però concordo che non sia facile e l’ho verificato tante volte.
Detto questo, il gusto per il jazz l’ho mantenuto sempre, a prescindere: lo ascolto, in passato anche dal vivo e mi piace in tutte le sue sfumature e di qualsiasi tempo e nazionalità, perché riesce sempre a sorprendermi. E qualcosa riesco pure a canticchiarla. Mi piace, proprio. Ma anche l’acid jazz, il fusion ma a piccole dosi, lo swing e dintorni, e il blues.
E voi, cosa pensate del jazz?