Mi era venuta voglia di scrivere sui guanti e mentre approfondivo, ho scoperto che (ma succede spesso) la Mitologia, anche in questo caso, aveva anticipato la Storia. Cercavo notizie in più rispetto a quello che sappiamo tutti e voilà, ecco Venere che si ferisce alle mani; chiama le Grazie che le cuciono delle bende intorno alle dita e così nascono i guanti. Potere della deità.
Miti a parte, di guanti si parla già nella Bibbia (sapete l’inganno di Giacobbe, no?), poi hanno fatto parte della vita quotidiana, dai barbari a noi, assumendo tante funzioni.
Per i barbari appunto, erano una protezione dal freddo; secondo i Romani un inutile orpello. Per gli Egizi segno di prestigio. Nel Medioevo diventano un accessorio importante da indossare nelle occasioni ufficiali, quindi per nobili e alto clero; ma nella vita di tutti i giorni, avevano anche funzioni pratiche: per esempio, il passaggio di un guanto di padre in figlio, stabiliva una trasmissione di eredità. Fino a quel momento erano stati usati prevalentemente dagli uomini. Poi iniziano ad attirare anche l’interesse femminile e così diventano parte integrante dell’abbigliamento delle dame di corte. Nel Rinascimento, i guanti, diventano veri e propri gioielli: si realizzano con stoffe preziose e pietre preziose, per uomini e donne.
E sempre nel Rinascimento, ho scoperto che erano anche strumenti di morte o corruzione: nel primo caso si introduceva un veleno letale, nel secondo denaro. Insomma, le buone vecchie abitudini di ogni epoca.
Dalla loro invenzione, i guanti sono stati protagonisti: per usi pratici e come simboli di appartenenza ad alto rango. Con due eccezioni: la Rivoluzione Francese e il ’68. Entrambi questi eventi storici, proprio per la loro natura di sollevazione, avevano rifiutato tutto ciò che riconducesse al vecchio regime aristocratico e, per il ’68, alla borghesia. E questo dimostrava come i guanti rappresentassero un accessorio distintivo.
Al di là di queste associazioni, fra Storia e Costume, i guanti sono davvero un accessorio glamour, di quelli che non passano inosservati, forse perché oggi si usano poco e li usano in pochi e in poche. Io per prima, li uso prevalentemente contro il freddo ma ne ho anche di pelle, primaverili. Sono beige, con piccoli disegni all’altezza del polso. Sono degli anni ’50, un acquisto di mia madre quando era ragazza, poi li ha regalati a me; ogni tanto mi chiede se li uso e io rispondo puntualmente: “no, ma ho intenzione di farlo”
Ecco, ora so che per la prossima primavera ho un proposito da seguire: cominciare a usarli, anzi no, sfoggiarli.