Giorni fa, scrivendo di fumetti, ho citato Diabolik ed Eva Kant, e questo a proposito di ladri gentiluomini, nel mondo della fantasia. A essere sincera, non credo che nella realtà esistano, ma cinema, carta stampata e tv ne hanno prodotti un buon numero.
Chi ha visto “Caccia al ladro” di Hitchcock, sa chi è John Robie; per tutti gli altri, Jonh Robie è il protagonista ed è impersonato dal molto bello Cary Grant. Nel film, Robie è un ladro di gioielli che dopo aver scontato una pena, cambia vita, entra nella Resistenza francese, e a guerra finita si stabilisce nel Sud della Francia, dove cura i suoi vigneti. E’ un uomo dai modi impeccabili e attraenti, è riservato ma attento a tutto ciò che lo circonda (la naturale eleganza di Cary Grant ha reso il personaggio molto credibile). La nuova vita però, non lo proteggerà dall’ennesima accusa di furto, che poi è il punto di partenza di questa commedia gialla.
Tranquilli, con la trama mi fermo qui.
Arsenio Lupin (interpretato da Georges Descrières) è pure lui un ladro gentiluomo. Si tratta di un personaggio creato da Maurice Leblanc, scrittore francese vissuto tra la seconda metà del 1800 e la prima del 1900. Non bello come John Robie, ma molto affascinante. In comune con John Robie ha classe innata, gusto per le belle donne e la bella vita; è una specie di Robin Hood perché aiuta i poveri e ruba solo a gente molto ricca. Mi ricordo che quando da bambina guardavo la serie in tv, rimanevo colpita dalla sua abilità di trasformista: poteva assumere le sembianze di chi voleva e farla sempre franca. Pratica lo sport, in particolare le arti marziali e comunque, a tutti i ladri inafferrabili è richiesta agilità e destrezza.
Alle calcagna ha un ispettore francese e un detective inglese di nome Herlock Sholmes, chiaro riferimento a Sherlock Holmes.
Bene, se deciderete di dare un’occhiata a entrambi, sappiate che vi divertirete ma siate guardinghi, e nascondete orologi e collane, gemelli e bracciali, portafogli e fermasoldi.
Perché è un attimo.