Quando scelgo un argomento, è possibile che non abbia ben chiaro il titolo; può capitare che mi venga in mente a metà del lavoro, oppure che faccia vari tentativi come con i vestiti, davanti a uno specchio. Questa volta, invece, il titolo è arrivato prima, ma per caso durante un caffè e dolcetti, dopo pranzo. Si discuteva su quante palline di mandorle, al cioccolato, mangiare. Ovviamente almeno 2, o 4.
Dunque, a me piacciono molto i numeri pari; il mio giorno di nascita è pari, il 4. Ad anni alterni la mia età è pari. Scherzi a parte, ho davvero questa preferenza che, tra l’altro, ho affinato occupandomi di antiquariato, perché in questo settore, tutto ciò che è stato concepito come coppia, vale di più.
Tornando a me, quando mangio la pasta faccio il bis; la pasta se lo merita e anche io. Se ci penso, anche a colazione: che sia a casa o al bar, dopo aver finito ricomincerei daccapo (e in effetti, qualche volta ho ceduto).
Quando compresi che sarei diventata una mamma, compresi anche che non avrei voluto un figlio unico. Se entro in una libreria, o se compro libri da una bancarella, parto sempre da minimo due. A dir la verità, dall’ultima bancarella ne ho comprato solo uno, ma solo perché tutti gli altri li avevo già. Modestamente.
Ho la stessa tendenza con la bigiotteria, con le piante, a volte con le scarpe, molto spesso con l’abbigliamento. Uno è triste, due è meglio. Tre è competitivo. Quattro è equilibrato. Si potrebbe continuare finché si vuole. Due case (ecco qui non ci sono ancora arrivata) è perfetto. Una per fare esperienza, l’altra per metterla a frutto; oppure una in città e l’altra fuori, una specie di hermitage per il fine settimana, distante dalla città ma non lontanissima.
C’è solo una condizione in cui in numero dispari, ha la meglio su di me. Quando voglio stare da sola, che per me è fondamentale, almeno una volta al giorno, anche solo per pochi minuti. Solo in questo caso vince l’uno. Io.