Da dove inizio? Questa è la prima domanda che mi faccio, ogni mattina. Devo intanto decidere se cedere alla basica pigrizia (sono nata di domenica a colazione) che mi porto dietro da sempre, o alla voglia di fare tante cose, che pure non mi manca.
In mezzo il senso del dovere, che dice più o meno così: “Scorda di poter stare seduta a non far niente e scorda di poter fare solo quello che ti piace, perché ti tengo d’occhio.”
Avete capito?
Così, dopo colazione e tg, è tempo di mettere a posto varie cose “dimenticate” qua e là per casa. Chiudere cassetti e armadi, spolverare, rifare i letti, caricare la lavatrice. Stendere il bucato con un occhio alla biancheria, e un altro ai gechi che popolano il giardino condominiale e mi degnano della loro presenza, salendo sul mio balcone.
Mi ricordo che, anni fa, una persona della mia famiglia, che non nominerò, si tolse la camicia rosa e la lanciò sul monitor del computer. Era un venerdì sera, e non mi preoccupai della cosa, poiché ero certa che avrebbe acceso il computer e liberato il monitor-servomuto. Andò diversamente. Sì, perché accese un altro computer. All’epoca in casa mia ce n’erano ben 5. Così, per tutto il fine settimana fui certa che la camicia (prima o poi) sarebbe stata messa in lavatrice, e invece il lunedì mattina la misi io. Questo avviene un po’ per tutti gli oggetti che si prendono, si usano e si lasciano lì dove sono serviti. Moltiplicate per il numero medio di una famiglia e ditemi voi. Una babilonia.
Anni fa mi consolavo guardando le riviste di arredamento, dove magicamente monolocali lillipuziani potevano contenere un sacco di roba ben organizzata e ordinata. Io poi, riconosco di avere il senso dell’organizzazione e della pianificazione, eppure il risultato non è mai soddisfacente e non è mai duraturo. Alla fine, quelle riviste, ho smesso di comprarle.
Anche ora, mentre scrivo, ci sono cose intorno a me fuori posto, e anche se le fisso minacciosa, non si spostano. Sanno che alla fine cederò e le sposterò io. Poi, anche per il mio lavoro di antiquaria, ho la tendenza a conservare e quindi il rischio di cadere in quella terra di mezzo che è “manca poco al caos”, è prossimo. Quindi, ordine e disordine, cosa sono? Mi sono documentata: l’ordine è la nostra idea personale di sistemazione degli oggetti nello spazio a disposizione. Non è detto che debba essere uguale per tutti e sempre uguale a se stesso; il disordine è l’invasione degli spazi altrui.
E con questo tentativo di spiegare la differenza, vi saluto anche perché ho da mettere a posto un po’ di cose. Poi, un giorno metterò a posto un po’ di persone. Senza fretta