Prima di iniziare a scrivere ho dovuto raccogliere e mettere in ordine ciò che penso di questo argomento.
Parto dai miei nonni. Il nonno materno è stato il classico imprenditore che si è fatto da sé. Ha iniziato da giovanissimo, ha fatto la gavetta e anche quando sapeva di essere arrivato, non ha smesso un solo giorno di lavorare sodo. In estate, con la nonna prendevano una casa in campagna ma lui, ogni mattina andava in città a piedi, e anche quando era ormai anziano camminava con passo agile. E questa era la prima decisione della giornata. Mia nonna invece, teneva in riga 7 figli, tra cui mia madre.
Il nonno paterno era un militare di mare. Per intenderci, comandava. La nonna invece, teneva in riga 4 figli, tra cui mio padre.
I miei genitori hanno ereditato l’attitudine al comando dai loro. Che poi non è banalmente dare ordini e sghignazzare per la soddisfazione di essere obbediti. È proprio saper prendere decisioni per sé e per gli altri, anche in condizioni critiche, e saperlo fare bene.
Mio padre è sempre stato a capo di qualcosa, che fosse il suo lavoro o i suoi tanti hobbies; lui è sempre in cima e quasi mai per scelta sua, sempre per scelta degli altri. Per il suo lavoro ha dovuto spesso prendere decisioni in pochi minuti, anche decisioni salva-vita. Mia madre era stata scelta per sostituire la sua, quando necessario, nella direzione della grande casa di una grande famiglia. Così, tutte le volte in cui, in vita mia, ho fatto test attitudinali, la risposta è sempre stata: hai doti organizzative e di comando. Confesso che mi piace un sacco: decidere, pianificare e organizzare. Non sempre arriva tutto nell’immediatezza che pretendo da me, ma poi arriva.
Ho letto che decidere è un processo che a volte porta con se una certa ansia: ansia da decisione. A me viene se non sono io a farlo. Voi cosa fate quando dovete prendere una decisione?
Io per esempio evito gli stati d’animo un po’ estremi, troppo arrabbiata o troppo radiosa non sono un buon punto di partenza per prendere decisioni. Così come, se è vero che mi piace avere le cose sotto controllo, è anche vero che questo controllo non lo esercito in modo continuo (e anche questo lo devo decidere io). Allentare è necessario, perché osservare le cose da una distanza, anche minima, consente di valutare e agire di conseguenza; e magari di accorgersi che la decisione presa non era poi così giusta. Questo fa parte della vita. Che poi, dalla mattina alla sera, è tutto un susseguirsi di decisioni. Cosa mangio a colazione? Come mi vesto? Tacchi alti o bassi? Auto o camminata? Mi trucco? Devo fare quella telefonata, sì ma non oggi…E via di seguito…
Una cosa che mi capita, a volte, è l’indecisione sulle opzioni multiple. Già quando abbiamo due alternative potrebbe sembrare facile scegliere e decidere, ma poi non è detto che lo sia. Quando sono più di due, è tutta un’altra storia. Perché è assai probabile che la cosa giusta da fare sia più di una. Quindi calma e gesso. E poi ci sono le conseguenze dietro ogni decisione. Anche qui, bisogna essere lucidi e prendere il tempo che serve; immaginare e valutare le ricadute è utile perché consente di ridurre i danni, quindi bando all’impulsività. Del resto la parola decidere viene dal latino “de caedere”, che significa “tagliare via”, quindi è implicita l’eliminazione della o delle alternative. Bisogna solo sentirsi pronti a lasciar andare, ciò che sappiamo bene non essere l’opzione migliore.
Quindi ricapitolando le fasi sono: problema, soluzione, decisione, azione, accertamento. E da queste non si scappa. In bocca al lupo!