Normalmente, un film giallo, non lo si guarda mai più di una volta. Con i film gialli di Alfred Hitchcock, siamo di fronte alla eccezione che conferma la regola. Questo è, più o meno, il pensiero di un giornalista esperto di cinema, ma non chiedetemi il nome, non lo ricordo.
“La finestra sul cortile” l’ho visto due volte, e proprio sere fa ho proposto alla mia tribù di guardarlo ancora. Alla fine, abbiamo scelto altro, ma resta nella scaletta dei film da riguardare presto. Raffinato, è il primo aggettivo che mi viene in mente ma potrei usarlo per diverse pellicole di Hitchcock. Grace Kelly, che Hitchcock definiva “ghiaccio bollente”, fu protagonista in 3 sue pellicole: “Delitto perfetto”, “La finestra sul cortile” (appunto) e “Caccia al ladro”. Quest’ultimo, dei 3 il meno pauroso, complice forse l’ambientazione. James Stewart, affascinante e ottimo attore (ma anche architetto e militare), molto apprezzato da Hitchcock, il quale però, ad un certo punto fece a meno di lui, poiché riteneva che il suo aspetto tradisse in qualche modo la sua età anagrafica, facendolo sembrare più vecchio e poco adatto ad alcuni ruoli.
In questo film, i due sono rispettivamente una ricca ragazza, modella per passatempo, e un fotoreporter momentaneamente fermo a causa di una frattura alla gamba. Sono fidanzati e sorvegliati dalla domestica, interpretata da Thelma Ritter. La forzata immobilità, lo porta a passare molto tempo alla finestra della sua casa, per accorgersi che oltre questa, c’è un piccolo mondo di cui vale la pena occuparsi. Tutto quello che accade negli appartamenti dei palazzi di fronte e giù nel cortile, diventa a un tratto interessante e intrigante, ma sempre con l’occhio del professionista.
Il tratto giallo si sviluppa proprio a partire da questo nuovo hobby, che coltiva con la sua macchina fotografica o con un binocolo.
Il film si caratterizza molto per i primi piani: allo spettatore a volte sembra di essere dentro quella casa, accanto ai protagonisti e la suspense, via via che la trama si dipana, sale di livello. E non potrebbe essere diversamente, con Hitchcock dietro alla macchina da presa.
Trattandosi di un giallo, non andrò oltre con la trama, per i pochi, forse pochissimi, che non lo hanno ancora visto. Aggiungerò solo che, si pensò alla composizione di un brano musicale solo per i titoli di testa, affidata a Franz Waxman; invece, per la colonna sonora, furono usate musiche di proprietà della Paramount Pictures.
Cos’altro? Niente, guardatelo! Io intanto cercherò quelli che non ho ancora visto.