A prescindere dal film, questo è uno dei titoli più belli della cinematografia di sempre. In realtà, prima di essere un film è stata una commedia, scritta da Joseph Kesselring e andata in scena con successo a Broadway. Stesso successo per il film, inserito nella AFI 100 Years…100 Laughs, (la lista delle migliori commedie statunitensi), finito di girare nel 1941 ma distribuito nelle sale, nel 1944.
La trama. Un giovane scrittore, neosposo, torna nella casa di famiglia, dove vivono le sue zie, per annunciare il suo recente matrimonio. Queste simpatiche vecchiette hanno un passatempo originale: mandano a miglior vita tutti gli anziani a cui affittano le camere della casa, un po’ depressi, un po’ stanchi della vita, fondamentalmente soli. Il nipote ignora la “missione” delle zie ma la scopre quasi subito dopo il suo arrivo, e non è l’unica scoperta.
Per esempio, che suo fratello, un po’ suonato, è complice delle zie e poi ci sono altre figure, più o meno consapevoli, che frequentano la casa. Come farà Mortimer (Cary Grant, cioè il nipote) a presentare alla giovane moglie, la sua famiglia con le sue stranezze?
Per saperlo bisognerà guardare il film, vedrete che come il coniglio dal cilindro, verrà fuori la soluzione da lieto fine.
Del resto, Frank Capra, il regista, è una garanzia da questo punto di vista, ma questo non significa che i suoi film siano zuccherosi e scontati. Capra descrive i drammi della società americana, presentandola così com’è, volendo che lo spettatore si identifichi con la storia e con i personaggi. Sarà anche per questo, che i suoi film non saranno mai espressione di un suo stile preciso, ma avranno come obiettivo la rappresentazione dello stile di vita americano, con i suoi pregi e difetti.
Del resto, è stato un italiano che si è fatto da sé in America, e ne ha assorbito completamente l’essenza.
Buona visione