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Gennaio 2022

Un viaggio, lungo o breve, vicino o lontano, è un buon modo per salutare sia l’anno che si chiude, che quello che si apre. E così, il 2 gennaio scorso, siamo partiti alla volta del Molise. Destinazione Campobasso. Il Molise è, credo, l’unica regione d’Italia, di cui seriamente o meno, si dubita che esista: “Il Molise non esiste” è diventato un tormentone.

Dove abbiamo soggiornato

Siamo arrivati a Campobasso, e quindi a Palazzo Cannavina, nel primo pomeriggio. Palazzo Cannavina è una dimora nobiliare costruita nella prima metà del 1500 e completamente ristrutturata, due secoli dopo. Ha avuto, nel tempo, diversi proprietari, ma porta il nome della famiglia che la comprò alla fine del 1800. Oggi è una elegante struttura ricettiva, in cui gli ospiti si trovano immersi nell’arte, nella storia e nel design.

Se vi ho incuriosito andate su https://www.palazzocannavina.com/.

Cosa abbiamo visitato

Dopo aver sistemato armi e bagagli nel B&B, ci siamo preparati per andare a cena e nel frattempo, passeggiare per Campobasso. Strade pedonali addobbate per Natale, luci e freddo tipico. Essendo domenica, sapevamo che le trattorie sarebbero state chiuse, per cui abbiamo optato per una pizzeria. Pizza buonissima, in stile napoletano. Dopo cena, ancora due passi, poi rientro in struttura, buona dormita e pronti per una giornata di scoperta.

Agnone, è stata la prima tappa. È in provincia di Isernia, ha una posizione panoramica su un colle alberato ed è conosciuta per la produzione di campane, sin dal Medioevo. Il Museo storico della Campana, adiacente alla Pontificia Fonderia Marinelli, è molto ricco di documenti antichi, bellissimi esemplari di campane e calchi decorativi. La visita guidata, prevede momenti diversi e si conclude con un grazioso concerto di campane. A Campobasso, oltre a lunghe passeggiate, abbiamo visitato il Castello Monforte, costruito nel 1549; al suo interno ospita il sacrario dei caduti e dal piazzale antistante, si ammira il bel panorama della città.

Appena sotto il Castello Monforte, si trova il Viale della Rimembranza, come in tante città italiane, voluto per ricordare e onorare i caduti della Prima Guerra Mondiale. Di seguito, la chiesa di S. Giorgio, la chiesa di S. Bartolomeo e la chiesa di S. Antonio Abate. Villa De Capoa, un giardino del ‘700, contiene una grotta di tufo, una fontana, due tombe e in origine faceva parte del Monastero di Santa Maria delle Grazie. Passata, ai privati, nel 1875 fu donata al comune. Il Museo Sannitico e Palazzo Pistilli erano chiusi, così come erano chiusi gli scavi archeologici di Pietrabbondante, altro comune in provincia di Isernia (almeno durante il nostro soggiorno).

A Campobasso abbiamo anche visto la mostra dedicata a Giovanni Boldini, nella sede della Fondazione Molise Cultura.

Un’altra tappa molto interessante è stata Roccamandolfi. Piccolo comune, confinante con Campobasso ma che appartiene a Isernia, è davvero molto carino ma la sua fama è legata al fenoneno del brigantaggio. Se capitaste in quella zona vi consiglio di visitare il Museo del Brigantaggio, un museo multimediale con annessa biblioteca.

In cima al colle su cui sorge questo paese, si trovano i resti di un Castello Longobardo-Normanno e, nei pressi, un Ponte Tibetano, installazione turistica.

Quando siamo andati a Castelpetroso, il tempo era grigio e freddo. Poca gente per strada, sebbene le scuole fossero ancora chiuse per le vacanze natalizie. Si può visitare il castello, che oggi ospita un Presepe molisano del 1500 e il Museo di arte contadina. Dopo un giro per il paese siamo saliti verso il Santuario, la Basilica Minore dell’Addolorata. Questo santuario è stato eretto nel punto in cui nel 1888, due contadine ebbero in apparizione la Madonna. A questo punto, eravamo quasi alla fine della vacanza; nel giorno dell’Epifania, andammo a Sepino per visitare l’area archeologica. Altra giornata fredda e in più, senza visita guidata. Andò bene, comunque. Alla Cascata della Castagna, invece, solo una puntata breve, poiché a causa della pioggia, il sentiero era particolarmente scivoloso e non avevamo le scarpe adatte.

Il giorno dopo, ultima colazione in struttura, saluti di rito e acquisti in una salumeria tipica molisana. Comprare cibo del posto, quando si viaggia, è sempre una buona idea. Siete d’accordo?

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Quando si tratta di vacanze in montagna, non sono mai molto informata. Vacanza-montagna non rappresenta per me un’associazione automatica. È bella la montagna, bella, maestosa e riposante, niente da dire. Ma il mare mi piace di più.

Di recente sono stata in vacanza fra i 700 e i 1000 metri di altitudine. Non so se valga come montagna seria, ma giusto per dire che poi, se mi capita, ci vado volentieri. Adesso, però, vorrei occuparmi di buone maniere in montagna.

Cosa dobbiamo fare

Si possono accendere fuochi in montagna? Sì, ma a patto di usare il buon senso. E il buon senso dice che se proprio non resistiamo alla tentazione di accenderne uno, che non sia nei pressi di un bosco o addirittura all’interno. E non solo per l’incolumità dei partecipanti, ma proprio per la salvaguardia dei luoghi.

Come per tutte le volte in cui prevediamo di passare gran parte della giornata o della vacanza, all’aperto, è certo che produrremo dei rifiuti. È quindi doveroso avere con sé un sacco per raccoglierli (ovviamente vale anche per il mare, il lago, il fiume, le colline, gli altipiani e tutto il resto).

Se stiamo passeggiando lungo un sentiero stretto, ricordiamo di dare la precedenza a chi arriva in senso opposto: sarà sufficiente accostarsi al bordo del sentiero.

E se abbiamo un animale domestico? Ebbene, la tentazione di lasciarlo libero di correre e divertirsi (specie se vive in appartamento) sarà forte, ma facciamolo solo in spazi aperti e sicuri. Non dimentichiamo che la montagna ha le sue insidie. Tratti pericolosi, animali del luogo che potrebbero sentirsi minacciati da presenze estranee e reagire, piante tossiche sia per noi che per il nostro animale di casa.

Contattiamo la guardia forestale o gli altri escursionisti se avvistiamo un pericolo. È un gesto semplice ma di sicura responsabilità.

Cosa possiamo fare

Una volta appresi i doveri, lasciamoci andare alla scoperta dei luoghi, della flora e della fauna, con attenzione ma anche con serenità, godiamo della natura e delle sue bellezze, fotografiamo e riprendiamo, e perché no, impariamo.

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