Un viaggio, lungo o breve, vicino o lontano, è un buon modo per salutare sia l’anno che si chiude, che quello che si apre. E così, il 2 gennaio scorso, siamo partiti alla volta del Molise. Destinazione Campobasso. Il Molise è, credo, l’unica regione d’Italia, di cui seriamente o meno, si dubita che esista: “Il Molise non esiste” è diventato un tormentone.
Dove abbiamo soggiornato
Siamo arrivati a Campobasso, e quindi a Palazzo Cannavina, nel primo pomeriggio. Palazzo Cannavina è una dimora nobiliare costruita nella prima metà del 1500 e completamente ristrutturata, due secoli dopo. Ha avuto, nel tempo, diversi proprietari, ma porta il nome della famiglia che la comprò alla fine del 1800. Oggi è una elegante struttura ricettiva, in cui gli ospiti si trovano immersi nell’arte, nella storia e nel design.
Se vi ho incuriosito andate su https://www.palazzocannavina.com/.
Cosa abbiamo visitato
Dopo aver sistemato armi e bagagli nel B&B, ci siamo preparati per andare a cena e nel frattempo, passeggiare per Campobasso. Strade pedonali addobbate per Natale, luci e freddo tipico. Essendo domenica, sapevamo che le trattorie sarebbero state chiuse, per cui abbiamo optato per una pizzeria. Pizza buonissima, in stile napoletano. Dopo cena, ancora due passi, poi rientro in struttura, buona dormita e pronti per una giornata di scoperta.
Agnone, è stata la prima tappa. È in provincia di Isernia, ha una posizione panoramica su un colle alberato ed è conosciuta per la produzione di campane, sin dal Medioevo. Il Museo storico della Campana, adiacente alla Pontificia Fonderia Marinelli, è molto ricco di documenti antichi, bellissimi esemplari di campane e calchi decorativi. La visita guidata, prevede momenti diversi e si conclude con un grazioso concerto di campane. A Campobasso, oltre a lunghe passeggiate, abbiamo visitato il Castello Monforte, costruito nel 1549; al suo interno ospita il sacrario dei caduti e dal piazzale antistante, si ammira il bel panorama della città.
Appena sotto il Castello Monforte, si trova il Viale della Rimembranza, come in tante città italiane, voluto per ricordare e onorare i caduti della Prima Guerra Mondiale. Di seguito, la chiesa di S. Giorgio, la chiesa di S. Bartolomeo e la chiesa di S. Antonio Abate. Villa De Capoa, un giardino del ‘700, contiene una grotta di tufo, una fontana, due tombe e in origine faceva parte del Monastero di Santa Maria delle Grazie. Passata, ai privati, nel 1875 fu donata al comune. Il Museo Sannitico e Palazzo Pistilli erano chiusi, così come erano chiusi gli scavi archeologici di Pietrabbondante, altro comune in provincia di Isernia (almeno durante il nostro soggiorno).
A Campobasso abbiamo anche visto la mostra dedicata a Giovanni Boldini, nella sede della Fondazione Molise Cultura.
Un’altra tappa molto interessante è stata Roccamandolfi. Piccolo comune, confinante con Campobasso ma che appartiene a Isernia, è davvero molto carino ma la sua fama è legata al fenoneno del brigantaggio. Se capitaste in quella zona vi consiglio di visitare il Museo del Brigantaggio, un museo multimediale con annessa biblioteca.
In cima al colle su cui sorge questo paese, si trovano i resti di un Castello Longobardo-Normanno e, nei pressi, un Ponte Tibetano, installazione turistica.
Quando siamo andati a Castelpetroso, il tempo era grigio e freddo. Poca gente per strada, sebbene le scuole fossero ancora chiuse per le vacanze natalizie. Si può visitare il castello, che oggi ospita un Presepe molisano del 1500 e il Museo di arte contadina. Dopo un giro per il paese siamo saliti verso il Santuario, la Basilica Minore dell’Addolorata. Questo santuario è stato eretto nel punto in cui nel 1888, due contadine ebbero in apparizione la Madonna. A questo punto, eravamo quasi alla fine della vacanza; nel giorno dell’Epifania, andammo a Sepino per visitare l’area archeologica. Altra giornata fredda e in più, senza visita guidata. Andò bene, comunque. Alla Cascata della Castagna, invece, solo una puntata breve, poiché a causa della pioggia, il sentiero era particolarmente scivoloso e non avevamo le scarpe adatte.
Il giorno dopo, ultima colazione in struttura, saluti di rito e acquisti in una salumeria tipica molisana. Comprare cibo del posto, quando si viaggia, è sempre una buona idea. Siete d’accordo?
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