Domani, San Giuseppe, sarà la prima Festa del Papà senza di te. Tu avevi le tue preferenze sulle feste comandate, laiche o religiose che fossero, non ti piacevano tutte allo stesso modo. Ma questa sì, non fosse altro perché avevi la scusa per mangiare le zeppole, ché a te i dolci piacevano tanto. E quando andavi a fare la spesa, ti compravi sempre una stecca di cioccolata fondente, perché i dottori ti avevano detto di mangiarne un pezzetto tutti i giorni, e tu mica potevi disobbedire! Ovviamente, la toglievi dai sacchetti prima che la vedesse mamma, così non avrebbe brontolato.
Il buon cibo, dolce o salato, ti è sempre piaciuto, anche se non ti ho mai visto fare il bis; quello che invece io faccio spesso, specie quando si tratta di pasta. Ma tu lo sai. E non era l’unica cosa che ti piacesse.
Il mare
Il mare ce l’avevi dentro, ci sei nato con il mare dentro, come tuo padre, e spero io come te. Però io non saprei guardare il cielo e il mare e fare le previsioni come facevi tu. Ma tu eri un lupo di mare, e con il tuo equipaggio hai condiviso tante avventure, che un po’ conosco, ma sono certa che quelle più rischiose non ce le hai mai raccontate.
La musica
Chiuso in salotto ad ascoltare Beethoven ad alto volume, era un momento solo tuo; e Mozart? Mozart è stato la tua scelta fino alla fine: io quell’Adagio non riesco più ad ascoltarlo. Però, più in là, riproverò. E poi Chopin. Nella tua stanza c’è un mio cofanetto con tutte le opere di Chopin. Me lo chiedesti in prestito credo 20 anni fa, e lì è rimasto. Ingiallito dal fumo di sigaretta. E scusa, ma di sigarette non voglio parlare, anche se ti hanno accompagnato per quasi tutta la vita. Insomma tutta la musica classica l’ho conosciuta con te, e mi viene in mente quando mettevi le cuffie, che era proprio un messaggio di esser lasciato in pace.
La fotografia
Mi ricordo quando abitavamo ancora a Bari, tu avevi creato una camera oscura in casa, fotografavi di giorno e sviluppavi quando non lavoravi, di notte. C’era sempre in giro sui mobili una macchina fotografica carica; ogni momento era buono per cogliere l’espressione di uno di noi. Quando poi, si andava fuori con i vostri amici, erano fotografie o diapositive a raffica. E poi facevi le escursioni fotografiche con i soci del circolo di cui eri presidente.
La lettura
Raccontavi spesso che quando andavi alle scuole superiori (eri uno studente pendolare nel dopoguerra), i soldi che ti davano i nonni per la merenda, spesso li usavi per comprare il libro che volevi in quel momento. Non potevi fare tutt’e due le cose, e così sceglievi. Noi figli non abbiamo avuto bisogno di scegliere. E a casa i libri, di qualsiasi argomento sono tanti. Tu, da ateo, avevi sia la Bibbia che il Corano.
La radio
Le radiocomunicazioni, erano un’altra passione. Ti piaceva fare collegamenti con persone in tutto il mondo. Una volta ti sei anche collegato con un Re. E avevi tanti amici. E anche in questo caso eri presidente. Sei sempre stato presidente di qualcosa.
L’informatica
Quando sento dire che gli anziani sono incompatibili con l’informatica, mi viene da sorridere. Perché tu davi punti a tutti, oltre alla tua disponibilità a insegnare come risolvere piccoli problemi con il computer. Fino a che le forze te lo hanno consentito, lo hai acceso tutti i giorni. Perché diciamolo, avevi sempre qualcosa da fare.
La fede politica
Solida, ferma, ti ha preso da ragazzo e non ti ha più lasciato. Eri un militare e non potevi fare attività, ma se avessi potuto, sarebbe stato un successo. Perché tu, per via del tuo lavoro, eri abituato a prendere decisioni in tempi brevi, facili o difficili che fossero. Avevi questo allenamento mentale ad affrontare le questioni in modo pratico, senza fronzoli e senza orpelli. Ma ci sarebbe stato il problema della cravatta. Che tu detestavi, tranne quella della divisa.
Ma un difetto ce l’avevi?
Sì, direi proprio di sì. Ma adesso tocca a te, vediamo se lo ammetti. Ciao
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