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Giugno 2022

Ieri sera, prima di coricarmi ho scritto il titolo. Ho spento, staccato la spina e mi sono addormentata e solo adesso che è pomeriggio e sto tentando di scrivere, nonostante le interferenze, mi sono accorta che le parole del titolo sono in ordine alfabetico. Ce l’ho dentro l’ordine, c’è poco da fare!

Fossette

Ma quanto sono carine! Sapevate che sono chiamate anche baci degli angeli? Sono una naturale rientranza, solitamente fra guance e mento. Danno un aspetto allegro e curioso al viso, curioso in senso buono. Io ne ho due ai lati della bocca e, udite udite, una sotto ciascun ginocchio. Credo che sia un posto insolito, anche se non rarissimo.

Lentiggini

Le lentiggini sono davvero particolari e questo significa che spesso, chi le ha cerca di mascherarle e, invece, chi non le ha ma le vorrebbe proprio, se le disegna oppure (ho scoperto di recente), se le fa tatuare. Io questo no, perché i tatuaggi non mi piacciono per niente. Ma a pensarci neanche disegnarle. A mia madre comparivano le efelidi (le cugine delle lentiggini), quando ancora andava al mare, adesso non più. Io le ho avute solo una volta e sempre in estate. Durante il Medioevo erano considerate un segno del Demonio, così come tutti i segni sul corpo. Immaginate quanto se la passassero male le persone, credo specie le donne, che avevano questa o altre caratteristiche. A me piacciono e trovo che diano un tocco sempre giovanile al viso.

Nei

Per i nei vale un discorso a parte, perché possono ammalarsi e quindi sono un tema serio. Ma non è di questo che voglio trattare qui, anche perché non sono un medico. Sapevo che i nei finti, detti anche “mosche del latte”, fossero di gran voga nel Settecento e invece, ho scoperto di recente, erano in uso anche fra i Romani. C’era una differenza però: fra i Romani i nei non erano solo uno strumento di seduzione, ma servivano anche per coprire i segni di riconoscimento degli schiavi. Dall’Ottocento in poi, per il neo, vero o finto che fosse, si perse interesse fino poi alla seconda metà del Novecento, quando ritornò di moda.

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Ieri sera, prima di coricarmi ho scritto il titolo. Ho spento, staccato la spina e mi sono addormentata e solo adesso che è pomeriggio e sto tentando di scrivere, nonostante le interferenze, mi sono accorta che le parole del titolo sono in ordine alfabetico. Ce l’ho dentro l’ordine, c’è poco da fare!

Fossette

Ma quanto sono carine! Sapevate che sono chiamate anche baci degli angeli? Sono una naturale rientranza, solitamente fra guance e mento. Danno un aspetto allegro e curioso al viso, curioso in senso buono. Io ne ho due ai lati della bocca e, udite udite, una sotto ciascun ginocchio. Credo che sia un posto insolito, anche se non rarissimo.

Lentiggini

Le lentiggini sono davvero particolari e questo significa che spesso, chi le ha cerca di mascherarle e, invece, chi non le ha ma le vorrebbe proprio, se le disegna oppure (ho scoperto di recente), se le fa tatuare. Io questo no, perché i tatuaggi non mi piacciono per niente. Ma a pensarci neanche disegnarle. A mia madre comparivano le efelidi (le cugine delle lentiggini), quando ancora andava al mare, adesso non più. Io le ho avute solo una volta e sempre in estate. Durante il Medioevo erano considerate un segno del Demonio, così come tutti i segni sul corpo. Immaginate quanto se la passassero male le persone, credo specie le donne, che avevano questa o altre caratteristiche. A me piacciono e trovo che diano un tocco sempre giovanile al viso.

Nei

Per i nei vale un discorso a parte, perché possono ammalarsi e quindi sono un tema serio. Ma non è di questo che voglio trattare qui, anche perché non sono un medico. Sapevo che i nei finti, detti anche “mosche del latte”, fossero di gran voga nel Settecento e invece, ho scoperto di recente, erano in uso anche fra i Romani. C’era una differenza però: fra i Romani i nei non erano solo uno strumento di seduzione, ma servivano anche per coprire i segni di riconoscimento degli schiavi. Dall’Ottocento in poi, per il neo, vero o finto che fosse, si perse interesse fino poi alla seconda metà del Novecento, quando ritornò di moda.

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Ho visitato Castro 2 volte certamente, ma forse anche 3. La prima volta era fine luglio ed ero incinta; la seconda, era agosto di qualche anno dopo e nel frattempo avevo due figlie.

Castro è un comune del Salento, in provincia di Lecce. Si divide in Castro Marina e Castro Superiore. Benché sia un piccolo centro, le sue origini sono molto antiche e si devono ai Cretesi; i Romani la chiamarono Castrum Minervae e durante il Medioevo fu sede vescovile.

Cosa visitare

Come ogni luogo che si rispetti, ha una cattedrale e un castello. La Chiesa dell’Annunziata, costruita nel XII secolo, pare sui resti di un tempio greco, aveva nel suo progetto originario un impianto di stile romanico; nei secoli, però ha subìto diversi rimaneggiamenti e questo sino al 2010.

Il Castello di Castro fu costruito a difesa della città e la cinta muraria è, in buona parte, ancora presente. Dal 1480 e per quasi un secolo, subì tre assalti da parte dei Turchi, con il risultato che fu quasi completamente distrutto. Ha una pianta rettangolare e 4 torri, la più alta si chiama Torre Cavaliera.

Castro è anche zona di grotte: Grotta Zinzulusa e Grotta Romanelli sono le più conosciute; poi ci sono Grotta Azzurra e Grotta Palombara. La Zinzulusa presenta acque dolci e acque salate, fredde e trasparenti. È conosciuta per la sua biodiversità e la formazione risale al Pliocene. La Romanelli è l’altra grotta presente lungo la costa salentina. È lunga 35 metri, non è consentito l’accesso e la sua formazione risale al Paleolitico.

Per finire

Castro ha un bellissimo mare ma non ha spiagge. Tenetelo a mente se scegliete questo paese per le vostre vacanze. In ogni caso, in Salento c’è l’imbarazzo della scelta per chi voglia fare vacanze di mare. Buon viaggio

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