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Novembre 2022

Alzi la mano chi non vorrebbe un vero gentiluomo, almeno uno, nella propria vita. Nel mio caso si è trattato di mio padre. Non starò a descrivere le cose che faceva e come le faceva; dirò solo che, credetemi, era considerato un gentiluomo da donne e uomini, ragazze e ragazzi. E mi fermo qui.

Cosa definisce un gentiluomo

Un gentiluomo è sempre presentabile. Con ciò, non intendo solo l’abbigliamento, e se fosse, non intendo solo giacca e cravatta; per presentabile intendo pulito e ordinato, perché questo è un basilare segno di rispetto verso sé stesso. E una donna apprezza un uomo così.

Sa che aprire lo sportello dell’auto a una donna non è una opzione. Va bene, ci sono delle circostanze in cui sarebbe complicato farlo, specie nel caotico traffico cittadino e in doppia fila; in tutti gli altri casi, non dimenticatelo.

Ha modi gradevoli, è umile nel tono e riconoscente per ciò che riceve. Ebbene sì, un tono rispettoso a scuola, al lavoro, con gli amici, in famiglia è ciò che ci si aspetta da un gentiluomo. Questo non vuol dire non avere diritto ad una sana arrabbiatura, o a una “giornata no”. Semplicemente significa saper dominare, quando necessario, le emozioni negative. Tempo fa, lessi questa massima: “Se vuoi sapere com’è un uomo, guarda come tratta i suoi genitori”.

Un gentiluomo è coerente: quello che dice e quello che fa, corrispondono.

Un gentiluomo è onesto: sa essere diretto senza risultare offensivo, e soprattutto, se promette, mantiene.

Un gentiluomo è puntuale. Organizzare gli impegni, curando anche i dettagli, gli consentirà di calcolare il tempo che si potrebbe perdere con gli imprevisti.

Sa ascoltare e in generale è concentrato sulla persona con cui sta conversando.

Un gentiluomo è riservato. Ammettetelo, vantarvi tra maschi delle conquiste galanti vi piace un sacco! Va bene fino a 18 anni, poi basta. E comunque, non fate nomi.

Un gentiluomo è cortese con i suoi dipendenti, al lavoro o a casa, se per esempio, si tratta di personale di servizio. Eventuali rimproveri, saranno privi di insulti e volgarità.

Un gentiluomo non si vanta di essere un gentiluomo.

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Io c’è

di Le righe di Ornella

Curioso titolo di un altrettanto curioso film, del 2018. A dir la verità, l’ho scoperto per caso fra le proposte di Netflix. Già dal titolo mi è chiaro che la trama si baserà sulla religione e sull’impatto che ha sulla vita della gente. Anche di chi non crede.

La trama

Massimo (Edoardo Leo), insieme a sua sorella Adriana (Margherita Buy), eredita un appartamento nel quale avvia un B&B. Lui è uno che vive un po’ alla giornata, sua sorella è la classica borghese, ben sistemata sia in famiglia che nella professione. Le cose non procedono bene, la concorrenza è tanta e proprio di fronte alla sua struttura, c’è un convento aperto ai turisti, che invece fa bei soldi. Così, fingendosi un cliente, trascorre una notte in questo convento, per provare a capire come sia possibile guadagnare, offrendo servizi di bassa qualità. E scopre che i luoghi di culto non pagano tasse.

L’idea successiva è geniale: inventare una religione per salvare la sua attività. Ne parla con sua sorella, riesce a convincerla e insieme decidono di coinvolgere un loro amico Marco, scrittore senza fama (Giuseppe Battiston). Marco ha il compito di stendere un programma, diciamo un manifesto di questa religione. Il messaggio è semplice: questa nuova religione ha come scopo l’autonomia totale di pensiero e la convinzione che ogni individuo possa essere il dio di sé stesso. L’oggetto sacro di riferimento è uno specchio, perché restituisce un’immagine riflessa che è l’unica a cui ispirarsi.

I primi adepti sono dei clochars seguiti dalle suore del convento concorrente, poi con sorpresa iniziano ad aderire altre persone, e insieme si convincono che Massimo abbia un dono, una spiritualità che sarà di aiuto a tutti.

Con la trama mi fermo qui, ma ve lo consiglio perché un po’ è divertente e un po’ fa pensare a quanto la religione sia parte attiva nella vita della gente, e come ho già scritto, anche nella vita di chi non crede. Affidarsi a qualcuno che si considera carismatico (e Massimo è visto così), aiuta ad affrontare anche prove molto difficili, ma questo film tocca anche il tema della suggestione, e della capacità della mente umana di prendere per veri e sacri, pensieri e azioni che invece sono solo frutto di manipolazioni ben congegnate.

A proposito, la religione si chiama: Ionismo.

Buona visione.

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