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Settembre 2023

Torna a settembre è una commedia del 1961, con Rock Hudson e Gina Lollobrigida protagonisti insieme a Sandra Dee e Bobby Darin. E’ la commedia che ho scelto per questo articolo. Una bella commedia, in cui, americanità e italianità si mescolano bene. Robert Mulligan è stato il regista, quello de Il buio oltre la siepe, per capirci. E di tanti altri film.

La trama

Robert Talbot è un ricco americano che trascorre ogni anno, nel mese di settembre, le vacanze in Italia. Possiede una sontuosa villa nella Riviera di Levante e frequenta una ragazza italiana, Lisa Fellini. Un anno, però, decie di anticipare la sua venuta a luglio e quello che scopre non gli piace per niente.

Innanzitutto, scopre che il suo maggiordomo ha trasformato la villa in un albergo di lusso e infatti al suo arrivo ci sono sei ragazze americane insieme alla loro guida, e Lisa sta per sposare un giovane italiano. Insomma, non un bel modo di iniziare le vacanze. Per prima cosa ordina al maggiordomo di trovare un’altra sistemazione per le ospiti, ma l’accompagnatrice delle giovani americane cade e finisce in ospedale. A questo punto, Robert non può più mandare vie le ragazze ma, come se non bastasse, arrivano alcuni ragazzi, americani pure loro, ospiti del finto albergo decisi a corteggiare le ragazze.

Con la trama mi fermo qui. La commedia è divertente, Rock Hudson nelle vesti di controllore dell’integrità delle ragazze, convincente; sulla Lollo cosa potrei dire di nuovo? Guardatelo e poi ditemi.

Qualche notizia

Il film è stato girato in Italia, in varie località fra Centro e Nord; Sandra Dee e Bobby Darin si conobbero sul set e dopo una inziale antipatia, si innamorarono e si sposarono. Sia Rock Hudson che Gina Lollobrigida ricevettero l’Henrietta Award dalla HFPA (Hollywood Foreign Press Association), rispettivmente come migliore attore e migliore attrice; Bobby Darin, per questo film, ha ricevuto il Golden Globe Award come migliore attore debuttante.

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Ho cercato su Internet la traduzione di trumeau, in italiano, ma senza soddisfazione. Perciò continuerò a chiamarlo così.

Di cosa si tratta

In origine, cioè in epoca gotica (1200-1400), trumeau indicava lo spazio di muro tra due finestre; poi, a partire dal 1700, uno specchio fissato sempre nel suddetto spazio. Proprio nel XVIII secolo, gli ebanisti italiani, soprattutto veneziani, utilizzarono questo termine per definire un mobile vero e proprio.

Ispirandosi ai mobili rinascimentali, crearono un nuovo modello, effettivamente originale, a doppio corpo composto da: un cassettone, una parte rientrante alta chiusa da due ante, in legno o vetro entrambi decorati, oppure a specchio . A metà, una ribalta che fungeva da scrittoio e che si apriva su una cassettiera fatta di piccoli cassetti, a vista o segreti. Considerato mobile di lusso, fu realizzato con legni pregiati, e anche con l’aggiunta di avorio e argento; in Olanda si utilizzò anche la madreperla, per le decorazioni.

In Italia, i trumeaux più conosciuti furono quelli veneziani: decorati alla maniera arte povera, presentavano lacche e motivi che richiamavano i decori cinesi. In Piemonte si preferivano modelli più sobri, in legno scuro anche per le ante, che quindi non avevano specchi. Il trumeau lombardo si distingueva per la sua forma bombata e talvolta per la presenza di cornici nere. Bellissimi poi i trumeaux meridionali.

Nota personale

Trovo che sia un mobile bellissimo, che impreziosisce la casa di chi lo possiede. Purtroppo, negli anni in cui ho avuto il negozio di antiquariato, non sono mai riuscita a trovare un trumeau da vendere (sempre che poi non decidessi di tenermelo), ma ne ho visto qualcuno in case private e vi assicuro che dal vivo conferma tutta la sua bellezza e imponenza.

Ditemi la vostra nei commenti.

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