Mobili, gioielli, porcellane, quadri: venite a me!
Ho cercato su Internet la traduzione di trumeau, in italiano, ma senza soddisfazione. Perciò continuerò a chiamarlo così.
Di cosa si tratta
In origine, cioè in epoca gotica (1200-1400), trumeau indicava lo spazio di muro tra due finestre; poi, a partire dal 1700, uno specchio fissato sempre nel suddetto spazio. Proprio nel XVIII secolo, gli ebanisti italiani, soprattutto veneziani, utilizzarono questo termine per definire un mobile vero e proprio.
Ispirandosi ai mobili rinascimentali, crearono un nuovo modello, effettivamente originale, a doppio corpo composto da: un cassettone, una parte rientrante alta chiusa da due ante, in legno o vetro entrambi decorati, oppure a specchio . A metà, una ribalta che fungeva da scrittoio e che si apriva su una cassettiera fatta di piccoli cassetti, a vista o segreti. Considerato mobile di lusso, fu realizzato con legni pregiati, e anche con l’aggiunta di avorio e argento; in Olanda si utilizzò anche la madreperla, per le decorazioni.
In Italia, i trumeaux più conosciuti furono quelli veneziani: decorati alla maniera arte povera, presentavano lacche e motivi che richiamavano i decori cinesi. In Piemonte si preferivano modelli più sobri, in legno scuro anche per le ante, che quindi non avevano specchi. Il trumeau lombardo si distingueva per la sua forma bombata e talvolta per la presenza di cornici nere. Bellissimi poi i trumeaux meridionali.
Nota personale
Trovo che sia un mobile bellissimo, che impreziosisce la casa di chi lo possiede. Purtroppo, negli anni in cui ho avuto il negozio di antiquariato, non sono mai riuscita a trovare un trumeau da vendere (sempre che poi non decidessi di tenermelo), ma ne ho visto qualcuno in case private e vi assicuro che dal vivo conferma tutta la sua bellezza e imponenza.
Ditemi la vostra nei commenti.
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