Qui scriverò dell’insieme di regole, che riguardano il vivere civile, la buona educazione, la grazia. Non sarà una sezione didattica, ma una occasione, di trattare un argomento che considero un vero “salva vita” nelle situazioni più diverse.
Ci sono luoghi che hanno una eleganza intrinseca, e che hanno il potere di migliorare sia chi li frequenta abitualmente, sia chi li frequenta occasionalmente. Il teatro è uno di questi. Personalmente, e aggiungo purtroppo, ho una scarsa frequentazione del teatro, e questo è uno degli svantaggi del vivere in paese. In città è un’altra cosa. Non credete? Io ne sono certa, come pure del fatto che sapersi comportare, essere ben educati e composti, sia una garanzia sempre.
A teatro, pure.
Come ci si comporta a teatro
La puntualità è sempre di moda; a teatro è puntuale chi arriva in tempo per sentire la famosa campanella, che non annuncia lo spettacolo, ma avvisa gli spettatori che è tempo di prendere posto. Chi arriva a sipario alzato, ahimè, dovrà attendere il secondo tempo, prima di poter raggiungere la sua poltrona. Naturalmente, cellulari spenti o senza suoneria.
Gli applausi. Si fanno all’inizio e alla fine, a volte anche dopo la fine dei singoli atti. In questo caso, cerchiamo di non essere i primi, così eviteremo di essere gli unici.
Palco all’Opera. Disponendo di un palco, ricordiamo che la signora più importante del gruppo avrà il posto migliore; a seguire le altre, mentre, gli uomini dietro. Durante l’intervallo si lascerà la postazione solo se lo fanno anche le signore: gli uomini non si allontaneranno mai, lasciandole sole.
Abbigliamento. Sicuramente adatto al luogo, ma anche al tipo di spettacolo: se è una prima, gli uomini saranno in abito scuro e le signore in abito da sera, magari lungo e con gioielli adeguati. In ogni caso, se decidiamo di non lasciare cappotto o pelliccia al guardaroba, ricordiamo di toglierlo e tenerlo con noi, prima di arrivare al nostro posto.
Cos’altro?
Ecco, raccogliamo tutta la nostra pazienza e resistenza se ciò a cui stiamo assistendo non ci piace: non è opportuno alzarsi e andare via. Se poi siamo ospiti, è un dovere rimanere fino alla fine.
Una cosa che ho imparato
Ho sempre creduto che offrire il viso a chi sta seduto, quando bisogna inoltrarsi lungo la fila, fosse troppo confidenziale. Sbagliavo. Leggendo Si fa non si fa di Barbara Ronchi della Rocca, ho scoperto che è sbagliato il contrario. Mai dare le spalle (e tutto il resto).
Bene, buon teatro a tutti.
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