Il titolo vorrebbe racchiudere le mie due passioni da piccola: i film di fantascienza e i film western. Ci sono anche le commedie americane fino a fine anni ’60, ma non saranno l’argomento di oggi.
Dunque, la prima serie di fantascienza a cui mi appassionai, si chiamava “UFO”. Serie inglese ideata dai coniugi Anderson, trasmessa dalla ITV e andata in onda dal 1970 al 1971. In Italia, fu trasmessa fino al 1974, quindi io avevo dai 5 ai 9 anni. Il protagonista, comandante Ed Straker, era impersonato dall’attore americano Ed Bishop. Ovviamente, Straker rappresentava l’eroe a cui era affidata la salvezza della Terra dopo una invasione aliena; come tutti gli eroi si portava dietro un vissuto personale molto doloroso, un lutto familiare e un divorzio. Devo dire che a me piaceva molto questo personaggio, con i suoi capelli tagliati stile Beatles ma bianchi, sguardo di ghiaccio e determinazione. Dopo un paio di anni dalla fine della programmazione, capitò un’altra serie: “Spazio 1999”. Anche questa dei coniugi Anderson, anche questa inglese e pensate che, per la prima stagione, la RAI partecipò alla produzione insieme alla ITC.
Anche qui il protagonista è un comandante: John Konig affiancato dalla sua compagna dr Helena Russell. Gli attori erano Martin Landau e Barbara Bain, sposati nella vita. La serie racconta di una base spaziale sulla Luna che ha in progetto di raggiungere un pianeta scoperto poco prima ma una esplosione violenta porta la Luna fuori dall’orbita terrestre. Inizia così un viaggio senza meta, in cui l’intero equipaggio sperimenta continuamente contatti con mondi diversi e sorprendenti.
Una cosa che mi colpiva sempre di questi film di fantascienza, era che i personaggi non si sedessero mai a mangiare e mai, dico mai, che parlassero di magazzini di cibo da rifornire. Ma io non penso che si possa andare in giro per l’universo oppure combattere gli alieni, a stomaco vuoto. Sarà…
“Star Trek” non l’ho visto e da quando mia figlia e il suo fidanzato hanno il pigiama che riproduce le divise di Kirk e Spock, dubito che avrò mai questa curiosità. Di “Star Wars” ho visto credo un paio di film ma la sua parodia “Balle spaziali” mi ha divertito di più.
Poi la profonda cotta è passata, e oggi proprio non riesco più a guardare il genere. Con una eccezione: “Interstellar”. L’ho guardato a gennaio; all’inizio senza troppo entusiasmo, ma avendo un piede ingessato (vedere “Frattura e scrittura”, pubblicato il 7 dicembre scorso, su questo blog) e passando molto tempo sul divano, mi sono lasciata convincere. Complicatissimo ma molto avvincente e con una colonna sonora veramente bella. E’ un film che ha in sé implicazioni filosofiche, teologiche e immancabilmente amore per il genere umano, la terra e soprattutto, per la famiglia. Matthew McConaughey e Anne Hathaway si confermano attori capaci di saltare fra ruoli molto diversi ma l’intero cast è vincente e convincente. Tutti gli altri film di questo genere, dopo un po’ mi annoiano. Fine.
Sui film western cosa potrei dire, se non che io credevo davvero che i bianchi fossero buoni e gli indiani cattivi, ma avevo l’attenuante dell’età e molte cose le ignoravo. L’unica voce contro era mio padre, che lanciando un’occhiata al televisore, borbottava sui falsi storici elargiti come mangime ai piccioni (il paragone è mio). Ma io ero piccola e lo guardavo perplessa mentre borbottava. E poi, chi non si sarebbe incollato a guardare John Wayne in “Ombre rosse”? O Humphrey Bogart ne “Il tesoro della Sierra Madre”? Paul Newman e Robert Redford in “Butch Cassidy”? Va bene, Butch e Sundance non erano esattamente due santi-eroi, ma non li perdoniamo comunque, vero? Nel presente, non saprei dire se la produzione western sia attiva, non me ne occupo più da molto ma qualche vecchia pellicola la guarderei ancora con piacere.
Ecco questo è, detto in soldoni, il mio percorso di estimatrice di generi cinematografici. Parlatemi del vostro, se vi va. Ciao