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Vaso risonante

Vasi

di Le righe di Ornella

Vasi e portafiori mi piacciono molto. Mi piacciono qualsiasi forma abbiano, panciuta o segaligna. Mi piacciono solitari o in gruppo e in quasi tutti i materiali. Con o senza coperchio.

Sì, anticamente i vasi potevano avere il coperchio; questo dettaglio escludeva che fossero vasi per fiori o piante. Le tipologie vascolari risalgono a Greci, Romani ed Etruschi e ancora oggi si identificano con i nomi dati all’epoca.

Vaso anfora. Si tratta di un vaso pensato per conservare olio o vino, era di forma allungata e con anse; durante le feste in onore della dea Athena, veniva donato ripieno di olio agli atleti vincitori dei Giochi Panatenaici.

Vaso alabastron. E’ di piccola dimensione, decorato su tutta la superficie, spesso in vetro e serviva per conservare profumi e oli.

Vaso a cratere. Serviva a mescolare vino e acqua. Corpo largo e anse piccole, si è poi sviluppato in altre varianti, pur mantenendo la caratteristica larghezza.

Ho citato qualche tipologia, ma l’elenco è lungo. In epoca medievale nasce l’albarello. Vaso da farmacia, di forma cilindrica ma più stretto al centro, era in maiolica invetriata e dipinta a mano; per quanto fosse molto diffuso sia in Italia che nel resto d’Europa, la sua origine è senz’altro orientale, presumibilmente persiana. Oltre a questi vasi di uso professionale, c’era il cosiddetto vaso risonante. Si trattava di un vaso incassato nel pavimento di edifici medievali, probabilmente per migliorare l’acustica. Pare che questo tipo di vaso fosse già in uso nei teatri greci e romani.

Tornando al vaso come complemento di arredo, tocca citare la Manifacture nationale de Sevrès, in Francia. In realtà fu fondata a Vincennes a metà del 1700 e dopo alcuni anni trasferita a Sevrès. La produzione iniziale era di porcellana tenera, poi si passò a quella dura. Per diversi anni rappresentò l’eccellenza nel settore, ma durante la Rivoluzione Francese conobbe una profonda crisi dalla quale, però, riuscì a tirarsi fuori. La sua produzione si distinse per raffinatezza ed eleganza; chi ha dimestichezza con l’antiquariato, sa di cosa parlo. A tutti gli altri raccomando di cercare, anche su internet, notizie e immagini. Ne vale la pena. Così come vale la pena affacciarsi alle manifatture di Meissen, Limoges, Wedgwood e Vecchia Parigi.

Il 1800 fu il secolo del recupero degli stili dei secoli precedenti: in sé non creò alcuna novità (se non verso la fine quando iniziò a farsi spazio lo stile Liberty). Le tipologie di vasi quindi, ripresero forme già esistenti aggiungendo qualche novità, tipo il vaso in opalina con mano alla base, prodotto sia a Murano che a Napoli e realizzato in coppia, mano destra e mano sinistra o il vaso a calla, prodotto sempre a Murano. Se, invece, ci spostiamo sui vasi in vetro in nomi altisonanti del Liberty furono Gallé, Lalique, Daum e Tiffany. Possedere questi vasi è una vera fortuna e il mio obiettivo è averne almeno uno. Nel frattempo mi accontenterò di guardarli sui libri, oppure nei musei. Ciao

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