Prima di computers e cellulari “intelligenti” c’era la macchina da scrivere. In mezzo la macchina da scrivere elettronica. Quest’ultima non so se si usi ancora, ma so come funzionava poiché ho avuto modo di usarla.
La macchina da scrivere meccanica è una invenzione relativamente recente, ma attribuire la paternità di questa invenzione a una specifica persona, non è ancora possibile. Si può però dire con certezza che il “tacheografo”, cioè l’anticipatore della macchina da scrivere, fu dell’italiano Pietro Conti. A proposito, tacheografo deriva dal greco e significa “che scrive in fretta”. E lo stesso vale per il “cembalo scrivano” che appartiene a Giuseppe Ravizza. La terza figura a cui si fa riferimento fu Agostino Fantoni con la sua “preziosa stamperia”. Tutto questo nella prima metà del 1800.
Però per parlare di macchine da scrivere, dopo questi prototipi, bisognerà aspettare la fine del 1800 e andare oltreoceano. Furono infatti gli Stati Uniti ad avviare la produzione che cambiò le abitudini di scrivani e scrittori. Philo Remington, proprietario di una fabbrica di armi, decise di aggiungere anche la produzione di macchine da scrivere, avendone intuito le potenzialità commerciali. Nacque così la “Remington No. 1” (era il 1874), la prima a ottenere successo di vendite. Qualche anno dopo uscì la versione aggiornata che, diversamente dalla prima, permetteva di vedere i caratteri scritti e quindi eventuali errori, durante la scrittura, e non più solo a fine lavoro.
Eviterò di addentrarmi sulla parte prettamente meccanica, non essendo esperta, ma posso dirvi che la tastiera, con i caratteri che insieme formano la parola “Qwerty”, è rimasta invariata da allora, e la ritroviamo anche sulle tastiere dei moderni computer. questa parola non era una scelta casuale, ma serviva ad evitare che i tasti con le lettere più comuni si incastrassero, danneggiando il meccanismo.
Io possiedo una Mignon AEG. E’ una macchina inventata da Frederich Von Hefner-Alteneck e prodotta dal 1905 al 1933, in Germania e la sua particolarità è la tabella di indice al posto della tastiera. Proprio così. Avendo un costo più basso era destinata alla fascia povera della popolazione. Anni fa, lessi da qualche parte che era stata introdotta nei luoghi di lavoro, per il reinserimento dei mutilati della Prima Guerra Mondiale, proprio perché non richiedeva di scrivere con la tastiera classica. A me piace molto e confesso che la comprai per il mio negozio di antiquariato, ma rinunciai quasi subito a venderla, e da molti anni è a casa e fa parte della famiglia.
E a voi, piacciono le macchine da scrivere antiche?