Nonni e nipoti che giocano a carte sono una figurina graziosa, direi romantica. Io giocavo con la nonna materna, nonna Oronzina. Vinceva sempre; poi gli zii, o forse proprio mia madre, mi dissero che era un ottimo baro. Non me ne ero mai accorta, perché era molto abile, e dopo non ho mai avuto il coraggio di smascherarla.
Si sa per certo che le origini delle carte da gioco sono in Asia, ma se in particolare siano state inventate in Cina o in India, è ancora tema di ricerca. Non si sa neanche bene come siano arrivate in Europa: potrebbero essere stati i Crociati a farle conoscere all’Occidente di ritorno dalle guerre, oppure gli Arabi, portandole in Spagna. E a questo proposito, le carte arabe più antiche sono le “Carte dei Mamelucchi”, che oggi sono esposte al Museo Topkapi, in Turchia. In ogni caso, il primo documento scritto sulle carte da gioco risale al 1377 ad opera di un monaco svizzero, Johannes von Rheinfelden.
In Occidente, le carte da gioco più antiche sono di produzione tedesca: erano destinate ai ceti più alti della società perché essendo dipinte a mano, costavano molto; solo successivamente entrarono anche nelle case di artigiani e contadini. Verso il 1400, i decoratori francesi, fissarono i “semi” cioè degli oggetti-simbolo. Così, cuori, quadri, fiori e picche alla maniera “francese” rappresentavano nell’ordine il clero, i mercanti, i contadini e i soldati. Coppe, denari, bastoni e spade, alla maniera “italiana” con la stessa attribuzione. Una considerazione a parte meritano le “naibi”, carte didattiche destinate ai bambini, con le quali si insegnavano culture popolari, religiose e profane (naibi è un termine di origine araba, ma queste carte si diffusero in Italia).
Quando in Francia, a partire dal XVII secolo, le tasse sulla produzione di carte aumentarono molto, alcuni laboratori si trasferirono nel Regno Unito. Qui, dalla produzione artigianale si passò a quella industriale e fu proprio questo passaggio ad abbassare i costi. Questo consentì ancora una maggiore diffusione delle carte da gioco, tanto che poi furono proprio gli Inglesi a esportarle negli Stati Uniti. Ovviamente, mi riferisco alle carte francesi. Gli Americani inventarono il “joker” o “matta” per rendere più semplici i giochi e lo rappresentarono com il classico giullare di corte. Inoltre furono loro stessi inventori di giochi: del Poker, per esempio. Il Bridge, erede del Whist, in Inghilterra; Scala 40 in Ungheria e Baccarat a Macao. I giochi tipicamente italiani, furono inventati tra la metà del ‘700 e la fine dell’800.
Un’ultima notizia, che ho appreso di recente: già nel 1377, in Europa, circolavano ordinanze che vietavano il gioco d’azzardo e in Francia, in particolar modo, era vietato il gioco nei giorni feriali. Buon divertimento!