Un uovo, grazie. A la coque? No, Fabergé.
Gustav Fabergé è stato il fondatore della Maison Fabergé, antica e famosa gioielleria russa. Era il 1842. Tedesco del Baltico, ma con genitori francesi e ugonotti, sposò la danese Charlotte Jungstedt. Più famoso fu il figlio, Peter Carl Fabergé. Nacque a San Pietroburgo dove visse fino all’età di 18 anni, quando iniziò il Grand Tour che durò 8 anni e durante il quale conobbe la gioielleria europea, in giro fra Inghilterra, Germania e Francia. Rientrato in Russia, il padre lo affidò al suo dipendente più importante, Hiskias Pendin, perché gli insegnasse tutti i segreti del mestiere.
Già a quel tempo, la Maison Fabergé aveva incarichi dalla Casa Imperiale. Negli anni, questi incarichi aumentarono e quando Peter Carl prese le redini dell’attività, il suo lavoro era talmente apprezzato che gli valse il titolo di Maestro Gioielliere. Le creazioni non erano solo belle; alla bellezza si accompagnava l’utilizzo di materiali preziosi e minerali, così come materiali di minor valore e pure legni tipici delle foreste russe, e poi la creatività e la modernità della tecnica. Di tutta la grande produzione, le celebri uova rappresentano gli esemplari più famosi e attualmente ne esistono poco più di 50, sparse nel mondo fra musei, collezioni private e Case Reali. Il primo a commissionare uova con pietre preziose fu lo zar Alessandro III, per celebrare la Pasqua secondo la Chiesa Ortodossa. Ogni uovo era un regalo per sua moglie, la zarina Maria.
Suo figlio, Nicola II, mantenne la tradizione commissionando due uova all’anno, uno per sua madre e l’altro per sua moglie, la zarina Aleksandra. L’esemplare più celebre, è l'”Uovo dell’Incoronazione” che Nicola II regalò a sua moglie, dopo la salita al trono. “Uovo dei Mughetti” credo sia l’unico (ma potrei sbagliare) in cui sono presenti foto in miniatura dello zar con le figlie Olga e Tatiana. Su internet è presente l’elenco di tutte le uova di cui si abbia notizia. Si racconta che Fabergé tenesse alto l’elemento sorpresa, tanto che neppure lo zar era a conoscenza del disegno dell’esemplare che avrebbe costruito.
Lo stretto legame della Maison con la Casa Imperiale determinò ascesa e fortuna per diversi decenni ma anche la caduta, durante la Rivoluzione d’Ottobre. Come è noto la monarchia fu abbattuta e con essa anche i suoi simboli. Fabergé, con tutta la sua famiglia, si trasferì all’estero; l’azienda espropriata e nazionalizzata, insieme ai prodotti non ancora venduti. Nonostante questo, l’impronta storica che ha lasciato nel mondo dell’arte è indiscutibile e attuale.
Le uova Fabergé hanno anche ispirato sceneggiature cinematografiche importanti, ma anche televisive, cartoni animati e manga giapponesi. Se desideraste vederne qualcuno da vicino, dovreste andare in Germania, in Russia, oppure negli Stati Uniti. Non mi risulta che in Italia ci siano esemplari autentici, ma se avete notizie diverse, scrivetele pure nei commenti.