Quando ho scelto le categorie di cui avrei scritto in questo blog, ho escluso la politica e sono convinta di aver fatto una scelta giusta. Non fraitendetemi, la politica mi piace moltissimo, la seguo quotidianamente e nel mio piccolo partecipo scrivendo le mie opinioni, ma altrove.
Ovviamente, interessarmi alla politica fa di me una persona assolutamente nella norma, né più né meno. Ma lo confesso, a volte mi ha fatto arrabbiare, e questo non è un bene. Dunque, mi fanno arrabbiare i telegiornali, a volte completamente incolori e a volte sottilmente schierati, e più è ricercato l’uso della parola per riferire le notizie, più sono schierati.
I programmi televisivi di politica. Ecco, in questo campo, da qualche anno c’è una timida pluralità. Si può scegliere, salvo poi procurarsi comunque qualche bruciore di stomaco.
I social. Qui, le cose sono più serie. Non per suscitare simpatie, ma ho avuto la peggio, perché l’impegno di chi ha pesantemente giudicato male le mie opinioni, è andato ben oltre la più vivace creatività. Sui social non si tratta più di sbattere la scarpa come Nikita Kruscev all’Onu, nel 1960. Sui social, l’insulto è all’ordine del giorno, la volgarità, la bassezza quasi la norma, augurare la morte un passatempo. A me, ma certamente non solo a me, queste cose sono capitate tutte e manco a dirlo, da gente con una conoscenza mediocre delle questioni. Perché poi, come spesso accade, più si ringhia e meno si sa. No. Non mi piace.
Ecco, ho descritto un po’ cosa avviene dentro lo schermo, di tv, cellulare o computer. Negli incontri di persona, fra amici e conoscenti, per fortuna gli scambi di opinione sono più smussati. In casa (propria o d’altri), l’osservanza delle buone maniere impone di mantenere un profilo basso perché se avete invitato, rischiereste di essere dei cattivi padroni di casa; se siete stati invitati, rischiereste di essere banditi dalla cerchia di amici o parenti, per le riunioni successive.
In un luogo pubblico, non cambia poi molto. All’aperto o al chiuso, quando si tratta di politica, dal sorriso alle fauci infuocate il passo è breve. In un ristorante chic è richiesto un tono di voce basso, e probabilmente le vostre idee politiche al vicino di tavolo, non interessano; se invece siete in una rumorosa trattoria non servirà il vostro contributo per renderla ancora più rumorosa.
Al mare, per come sono affollate certe spiagge, libere o attrezzate, la regola è ancora più ferrea, a meno che non vogliate rischiare di finire in acqua da chi vuole liberarsi di voi. E in montagna, urlando di politica si rischia la valanga.
Quindi, ricapitoliamo. La politica è bella, interessante e fa parte di noi, ignorarla non serve, anzi è dannoso. Detto questo, non imbruttiamola e non imbrattiamola con comportamenti sopra le righe. Questo lasciamolo ai politici.