Bianche che abbagliano, colorate, a fantasia, ricamate o semplici, lunghe al pavimento o più corte. Sto parlando delle tovaglie e dei tovaglioli. E di un po’ di storia che le riguarda.
Come sempre, parto dall’antichità per dirvi che presso i Greci non c’era l’abitudine di usare la tovaglia, non c’era proprio la tovaglia. Fra i Romani, sì.
Non si trattava di una tovaglia come la conosciamo oggi, piuttosto di un panno simile a un tappeto che sistemato sul tavolo, accoglieva cibi e bevande. Nel tempo, questo tessuto si assottigliò e si presentò prevalentemente di colore bianco. Non solo nel mondo laico, ma anche in quello religioso, la tovaglia entrò nell’uso quotidiano dei rituali della messa. Era una tovaglia da altare, bianca e ricamata, che pendeva solo per due lati.
Tornando al mondo laico, nel Medioevo si diffuse “la perugina”, un tipo di tovaglia in lino bianco con fregi di lana o cotone di color azzurro e a volte, ricami raffiguranti animali o piante. Ma qualsiasi tipologia di tovaglia, dava eleganza e prestigio alla tavola; durante il banchetto veniva sostituita spesso in omaggio agli ospiti, oppure ad ogni portata si sovrapponeva un telo di colore diverso.
Questo complemento di arredo, però non fu importante e necessario solo per i momenti di convivialità. Divenne simbolo di prestigio e rispetto anche nel mondo cavalleresco e, il cavaliere che macchiava il suo onore, era sottoposto a una punizione particolare: veniva fatto sedere a una tavola apparecchiata con una tovaglia bianca, tagliata sui due lati che successivamente veniva tolta, e questo gesto significava disprezzo per la persona.
Nei secoli, la tovaglia aumentò la sua diffusione ma sempre fra le classi più elevate della società, realizzata con tessuti e ricami ricercati, sia bianca che colorata.
Nel periodo Barocco, si diffusero le tovaglie damascate e con pizzi, anche da sovrapporre. Questo fu il periodo in cui si produssero le tovaglie più ricche e appariscenti. Dalla seconda metà del ‘700 in poi, tornarono le tovaglie bianche, sempre ricche di ricami e pizzi e sempre esclusiva dei ceti più elevati.
Nei primi anni dell’800 si passò alla filatura meccanica e questo rese il prodotto meno costoso e più accessibile a tutti, fino a oggi.
La storia del tovagliolo è più breve. Comparve sulle tavole intorno al 1400, quando ancora si mangiava con le mani e così, i quadrati di stoffa identica alla tovaglia sostituirono i panni bagnati per pulire le dita. Questi quadrati oltre a pulire e proteggere gli abiti, servivano anche per creare decorazioni che abbellissero la tavola. Un po’ quello che si vede su alcune tavole creative anche oggi. A me piace che sia al suo posto, a sinistra del piatto, piegato a rettangolo, elegante e discreto. A voi?