Da quando ho visto la performance di Enrico Brignano sulla banca, ho scoperto che di un luogo a me antipatico, si può anche ridere.
La banca è così come l’ha descritta lui; forse, a seguito di questo pezzo di 2020, sarà anche peggiorata. Io ci metto piede poco. Se posso, pochissimo. In ogni caso, siccome si vive anche di maniere, e a noi piacciono le buone, andiamo a scoprire cosa dice il galateo della banca.
A parte l’ovvietà di rispettare la fila, che è doveroso ovunque, ricordiamoci che in banca, come più o meno in chiesa, si parla a bassa voce. Se il nostro conto corrente piange non interesserà a nessuno; se, invece ride avremo un motivo in più per non fare gli spacconi. Se la filiale dispone di divanetti, sicuramente ci saranno giornali per alleggerire la noia dell’attesa; ovviamente, chiameranno il nostro turno proprio mentre leggiamo l’articolo più che più ci interessa. Pazienza! Lo finiremo la prossima volta, di certo non siamo autorizzati a portar via il giornale.
Rispettando la fila, rispetteremo anche la distanza: chi ci precede ha diritto ala riservatezza, esattamente quanto noi. Questo sia allo sportello che al bancomat. E in ultimo (perché finalmente tocca a noi) dopo aver finito le operazioni, eviteremo di intrattenerci con l’impiegato, magari chiacchierando di cose che niente c’entrano con la banca, e sapendo che dietro c’è altra gente ad aspettare.
Bene, come avete letto, le regole sono poche ma ferree. Ferree. E buona fortuna