Ho diversi classici di letteratura russa, alla quale però mi sono avvicinata solo da qualche anno, un po’ influenzata dal luogo comune che sia globalmente pesante. E invece è stata una bella scoperta. Che poi, a me le cose pesanti piacciono, semmai rifuggo da quelle noiose. Che se ci pensate non sono la stessa cosa.
Questo romanzo l’ho scelto perché Turgenev lo conoscevo solo di nome, e volevo saperne di più. Mi è piaciuto molto, e il titolo non lascia dubbi sul tema affrontato: il rapporto fra generazioni diverse, ma legate dal sangue e dall’amore.
Per quanto Turgenev fosse già uno scrittore affermato e apprezzato, quando uscì questo romanzo, la critica non fu benevola. Non solo in Russia, ma anche all’estero le polemiche non si fecero attendere. In sostanza la trama metteva l’accento sulle differenze tra padri aristocratici, tradizionalisti, ancora legati al concetto di classe da una parte, e figli che vogliono un cambiamento di mentalità ma vanno oltre i normali processi evolutivi, perché in realtà sono molto più attratti dal nichilismo, che dalla modernità.
La storia inizia con Nikolaj Kirsanov, proprietario terriero che attende l’arrivo del figlio Arkadij insieme all’amico Evgenij Bazarov. Quest’ultimo è il personaggio focale del romanzo, perché è proprio lui, dei due ragazzi, il più affascinato dal pensiero nichilista (che già nel 1860, si andava diffondendo un po’ in tutta Europa). Giunti a casa di Arkadij, Bazarov conosce Pavel (zio del suo amico) che ha idee conservatrici e rigorose e con lui subito si scontra. I due arriveranno anche a duello. Nei giorni di permanenza riesce, in ogni caso, anche a ritagliarsi dei momenti di studio tranquillo, osservando piante e animali della masseria dei Kirsanov.
Terminata la vacanza, i due amici partono alla volta di una città non identificata, dove fanno la conoscenza di due sorelle, Anna e Katia. Mentre Arkadij rivolge il suo interesse verso Katia, Evgenij è molto attratto da Anna, anzi si innamora di lei. E questo fatto del tutto imprevedibile, per un giovane che non crede e forse deride l’amore romantico e tutte le sue implicazioni, segna un momento di profonda inquietudine e confusione. Tutto ciò che accadrà dopo. dovrete scoprirlo leggendo e vi assicuro che vi piacerà.
Io aggiungo che, proprio in relazione alle polemiche nate dopo la pubblicazione di questo romanzo, Turgenev fu costretto a spiegare la sua posizione. La critica credeva che egli avesse creato il personaggio di Bazarov allo scopo di far conoscere eventuali simpatie verso il pensiero nichilista. In alternativa, che lo condannasse. In realtà Turgenev, si era limitato a trattare la questione, presentandola in modo oggettivo senza intenzione di esprimere una opinione a favore oppure contro. Benché la cultura zarista fosse a conoscenza dei cambiamenti in atto nella società, specie fra i più giovani, non era ancora pronta o disposta ad accoglierli. Turgenev aveva semplicemente scelto di rappresentarli attraverso uno dei personaggi focali, in questo romanzo. Buona lettura