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“Le notti bianche” e “La mite”

di Le righe di Ornella 26 Ottobre 2022
di Le righe di Ornella 26 Ottobre 2022 183 views

Vi suggeriscono qualcosa questi due titoli? Naturalmente, sì. Vi suggeriscono Fedor Dostoevskij. Le notti bianche lo conoscevo già prima di averlo tra le mani; La mite, no. Il primo l’ho letto qualche anno fa; il secondo, la scorsa estate. Messo nel trolley e portato a Chieti, per la mia piccola vacanza. Non parto mai senza un libro o una rivista specializzata (per esempio Storica del National Geographic).

Le notti bianche

Il titolo è davvero rappresentativo di tutto il racconto: le notti bianche sono un fenomeno astronomico che interessa ben 8 nazioni; le più famose, e grazie proprio a Dostoevskij sono quelle di Pietroburgo. L’intero racconto si sviluppa in 4 notti e un mattino. Questo racconto fu scritto nell’arco di 2 mesi

Un giovane (che il narratore chiamerà Il Sognatore) con un lavoro ordinario e una vita solitaria, crea nella sua mente un mondo di fantasia e sogni che lo sollevano dalla realtà. Di fatto però, questo mondo fantastico, di per sé perfetto, gli impedisce di agire per migliorare la sua vita reale, cioè di “combattere” per le cose a cui tiene. Succede che conosce una ragazza, si chiama Nasten’ka. Nasten’ka è molto diversa. Benché viva in un ambiente familiare noioso, ha la possibilità di accrescere la sua istruzione, grazie al denaro della nonna e ha in serbo diversi progetti per il suo futuro; anziana e quasi cieca, la nonna tiene la nipote sotto stretto controllo, tanto che le proibisce le letture che considera disdicevoli.

Oltre alla casa in cui abitano, possiedono un appartamento che affittano e proprio per questo, Nasten’ka conosce un giovane inquilino, dal quale si sente particolarmente attratta. Il Sognatore, ignora tutto questo e per la prima volta sente che la vita reale potrebbe essere quasi bella come il suo mondo immaginario, e questo grazie alla tenera amicizia con la ragazza.

Sennonché…Continuate da soli, perché vorrei che lo leggeste.

La mite

La trama di questo racconto (che a differenza di quell’altro, prese diversi anni di lavoro), parte da un suicidio. Un uomo, che è anche il narratore, è seduto accanto al corpo di sua moglie, morta dopo essersi lanciata da una finestra. Guardandola, incredulo e sofferente, ripercorre, con il pensiero, il recente passato. Quello di un ex soldato che diventa usuraio, che conosce una ragazza e la curiosità inziale per lei, si trasforma in interesse, sino ad arrivare a una richiesta di matrimonio.

Per la verità, questa richiesta è anche il tentativo di salvarla da un altro potenziale matrimonio, che le zie con cui la ragazza vive, hanno organizzato per lei. Ecco, si sposano e sono contenti, ma lui assume un comportamento severo e distaccato che lei non comprende. Confusa da questa atmosfera, si chiude in un silenzio innaturale per una coppia che si è formata da poco. Di seguito conosce un ex commilitone del marito, che le racconta della carriera militare di lui, e di come aveva ignorato una sfida a duello, comprendosi di vergogna e umiliazioni, fino al congedo.

Benché, il finale sia all’inizio, il racconto è in grado di mntenere l’interesse del lettore, sino all’ultima pagina. Per questo motivo, mi fermo qui.

Buona lettura

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Fedor DostoevskijLetteratura russaSan Pietroburgo
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