Il fantasma di Canterville è un racconto di Oscar Wilde. Sì, esatto quello de Il ritratto di Dorian Gray, tra l’altro l’unico suo romanzo. Sì, perché Wilde ha scritto saggi, opere teatrali, poesie, racconti, lettere (dovrei avere “De Profundis” in una delle mie librerie), ma un solo romanzo.
Trama
C’è un castello nei pressi di Ascot, e manco a dirlo ospita un fantasma. O meglio, il castello appartiene alla famiglia di Sir Simon, un nobile del 1500, che è appunto il fantasma. Del resto non mi pare che nei castelli inglesi si trovino fantasmi di basso rango. Questo fantasma non ha propriamente un carattere socievole, anche perché non è libero: fino a quando non si compirà una profezia antica, egli non avrà pace. E quando una famiglia americana compra il suo castello, diventa ancora meno socievole, se mai fosse possibile. Questa famiglia è composta dall’ambasciato degli Stati Uniti Hiram Otis, da sua moglie Lucrezia e 4 figli: Washington, Virginia e due gemelli, Stars e Stripes.
La convivenza tra il fantasma e i nuovi proprietari del castello non è certo liscia, ma anzi è ricca di dispetti, ripicche e scherzi di vario tipo, soprattutto a opera dei due gemelli. Il capostipite, da buon americano pratico e concreto, in un primo momento non crede alla presenza del fantasma, ma anche dopo non mostra alcuna paura. A tener impegnati un po’ tutti è una macchia di sangue su un tappeto: è il sangue della moglie di Sir Simon, da lui uccisa poiché non sapeva compiere le faccende domestiche. Questa macchia, è incancellabile e anche se il figlio maggiore di Otis riesce a eliminarla, il giorno dopo è di nuovo presente.
Con la trama mi fermo qui, continuate da soli.
Cose da sapere
Dunque, intanto è un racconto divertente e anche tenero in pieno stile raffinato e ironico, tipico di Oscar Wilde. La nazionalità americana dei nuovi proprietari non è una casualità; l’intento di Wilde è quello di mettere a confronto due società molto diverse: quella aristocratica inglese, molto legata alle tradizioni del passato e quella americana, borghese e moderna. Il linguaggio si adatta alla struttura umoristica del racconto; benchè il protagonista sia un fantasma, non c’è alcun tratto pauroso o tenebroso, anzi si sorride spesso.
Cos’altro? Leggete.
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